... accolti, con grande stupore e gioia dei ragazzi, da Sua Altezza Imperatrice Bianca Lancia nel cortile del Castello di Gioia del Colle, che ci ha guidati nella visita delle varie stanze ...
L'Imperatrice e ... |
... il cortile del castello |
Il castello di Gioia oltre ad essere uno dei migliori dal punto di vista della conservazione, tra quelli presenti in Puglia, è anche uno tra i più caratteristici dal punto di vista architettonico. Infatti presenta una varietà di motivi
artistici che vanno dall'influsso arabo, probabilmente frutto dell'esperienza
crociata di Federico II, all'utilizzo della pietra calcarea locale, del
bugnato, del tufo carparo locale. Tutto ciò crea un apprezzabile e piacevole
contrasto ed una vivacità unica nell'insieme. Delle quattro torri angolari
originarie, di cui si parla nell'apprezzo della Terra di Gioia sia
dell'architetto e tabulario Honofrio Tangho del 1640 che di Gennaro Pinto del
1653, oggi possiamo ammirarne solo due: quella De' Rossi e quella
dell'Imperatrice.
Ingresso al Castello dell'Imperatore Federico II |
Pianta Piano Terra |
Il Cortile
Varcato il portone d'ingresso con il suo arco ogivale si entra in un ampio cortile a pianta trapezoidale. Colpisce la varietà di aperture che vi si affacciano: bifore e trifore nonché la scalinata che porta al piano superiore, in gran parte ricostruzioni del Pantaleo. La scalinata presenta dei bassorilievi rappresentanti animali e scene di caccia. Al centro del cortile c'è una capiente cisterna per la raccolta delle acque piovane. Il versante nord e quello est del cortile sono stati ricostruiti. Dal
cortile si accede ai locali a piano terra, un tempo adibiti a depositi, scuderie
e dimora dei domestici ed oggi utilizzati come sede del Museo Archeologico Nazionale, nel
quale sono esposti sia reperti di campagne di scavo dell'acropoli e
dell'abitato di Monte Sannace, uno dei più importanti centri della Peucezia,
sito a 5 Km. da Gioia, che reperti rinvenuti nella necropoli antica in contrada
Santo Mola, sempre in territorio di Gioia. Sempre al piano terra alcuni
locali sono utilizzati sia per il restauro di reperti rinvenuti non solo in
loco, ma anche in altri siti archeologici che come uffici della Soprintendenza.
Ingresso |
Scala di accesso al Piano superiore dal cortile |
Particolare della scala |
Sala del Trono
Al termine della scalinata del cortile si accede alla sala del trono,
così chiamata perchè in fondo alla parete sud è appoggiato un trono
in pietra, ricostruzione del Pantaleo. L'arco posto verso la parte terminale
della sala, verosimilmente, aveva il compito di creare una divisione tra la
zona "riservata", quella del trono, dall'ambiente destinato alle
udienze, ai sudditi, come è dimostrato anche dalla presenza di sedili in pietra
presenti in quest'ultimo ambiente. Originariamente aveva una copertura
lignea a capriate; a seguito del suo crollo, durante l'ultimo restauro il tetto
è stata sostituito da una struttura metallica e il pavimento originario è stato
ricoperto con elementi lignei. Nella sala è presente anche un camino e
un'apertura che conduce in cima alla torre De' Rossi.
Sala del Caminetto
Dalla sala del trono si accede alla sala del caminetto, così
chiamata per la presenza di un camino di dimensioni più ridotte rispetto a
quello della sala precedente e di minor pregio dal punto di vista
architettonico. Questa sala è di dimensioni ridotte rispetto alla precedente e
presenta delle aperture anche sulla cortina esterna, a differenza della sala
del trono, che prende luce quasi esclusivamente dalle bifore e trifore che
si affacciano sul cortile interno. Era sicuramente utilizzata dalla regina
e dalle cortigiane, che trascorrevano in quell'ambiente gran parte della
giornata. Da questa sala si accede, attraverso una scala interna a quella che
era utilizzata probabilmente come stanza da letto dei sovrani. Attraverso
questa sala si accede all'altra torre che è rimasta in piedi: quella detta
dell'Imperatrice, meno alta della precedente, che si trova sulla proiezione
verticale della prigione e del forno.
Torre dell’Imperatrice
Dalla sala del Gineceo, per mezzo di una scala, si accede a quella che
probabilmente era la camera da letto dei reggenti del castello, all’interno
della cosiddetta torre dell’Imperatrice, posta all’angolo Sud-Est del castello.
La torre risale al periodo svevo ed è stata realizzata facendo largo uso della
locale pietra calcarea molto chiara. Il nome della torre rimanda a Bianca Lancia,
amante di Federico II e madre di Manfredi, che nacque nelle segrete del
castello, poste sulla proiezione verticale della torre stessa, dove
l’imperatrice fu rinchiusa con l’accusa di tradimento. Gli ambienti della torre
erano riservati alla famiglia. Ad essa erano destinati i servizi igienici ricavati
in una stanzina sul lato nord del locale, dotati di sbocco all’esterno. La
torre era composta di tre piani di cui restano solo le mensole su cui
poggiavano le travi dei solai in legno, crollati ma non ricostruiti. Ai piani
superiori si accedeva tramite scale a pioli in legno. Dall’ultimo piano si
raggiungeva la piattaforma esterna attraverso una scala a chiocciola in pietra,
poggiante su una lastra sporgente dal muro.
Il Forno e la Prigione
Da un ingresso posto sul lato
sud del cortile si accede alla sala del forno, così chiamata per la presenza di
un grande forno, sulla cui struttura è poggiata una delle torri superstiti,
quella detta dell'Imperatrice. Sotto il forno c'è un piccolo sotterraneo,
utilizzato un tempo come prigione. Sulla parete est della prigione sono
scolpite due protuberanze a forma di seni. La leggenda vuole siano i seni che
ricordano il martirio di Bianca Lancia, che, a causa della gelosia e
dell'offesa arrecatale da Federico II, subito dopo aver dato alla luce il
figlio Manfredi, se li era recisi e aveva ordinato ai suoi servitori di
consegnarli al re marito, insieme al neonato.
Il Forno e l'ingresso della Prigione |
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