ABC ...

"L'uomo libero è colui che ha molti obblighi verso gli altri, verso la città e verso il luogo in cui vive" (M. Benasayag)

martedì 23 aprile 2013

ALcastelloACCOLTIdall'IMPERATRICEbiancaLANCIA


... accolti, con grande stupore e gioia dei ragazzi, da Sua Altezza Imperatrice Bianca Lancia nel cortile del Castello di Gioia del Colle, che ci ha guidati nella visita delle varie stanze ...



L'Imperatrice e ...



... il cortile del castello


Il castello di Gioia oltre ad essere uno dei migliori dal punto di vista della conservazione, tra quelli presenti in Puglia, è anche uno tra i più caratteristici dal punto di vista architettonico. Infatti presenta una varietà di motivi artistici che vanno dall'influsso arabo, probabilmente frutto dell'esperienza crociata di Federico II, all'utilizzo della pietra calcarea locale, del bugnato, del tufo carparo locale. Tutto ciò crea un apprezzabile e piacevole contrasto ed una vivacità unica nell'insieme. Delle quattro torri angolari originarie, di cui si parla nell'apprezzo della Terra di Gioia sia dell'architetto e tabulario Honofrio Tangho del 1640 che di Gennaro Pinto del 1653, oggi possiamo ammirarne solo due: quella De' Rossi  e quella dell'Imperatrice.

Ingresso al Castello dell'Imperatore Federico II

Pianta Piano Terra


Il Cortile

Varcato il portone d'ingresso con il suo arco ogivale si entra in un ampio cortile a pianta trapezoidale. Colpisce la varietà di aperture che vi si affacciano: bifore e trifore nonché la scalinata che porta al piano superiore, in gran parte ricostruzioni del Pantaleo. La scalinata presenta dei bassorilievi rappresentanti animali e scene di caccia. Al centro del cortile c'è una capiente cisterna per la raccolta delle acque piovane. Il versante nord e quello est del cortile sono stati ricostruiti. Dal cortile si accede ai locali a piano terra, un tempo adibiti a depositi, scuderie e dimora dei domestici ed oggi utilizzati come sede del  Museo  Archeologico  Nazionale, nel quale sono esposti sia  reperti di campagne di scavo dell'acropoli e dell'abitato di Monte Sannace, uno dei più importanti centri della Peucezia, sito a 5 Km. da Gioia, che reperti rinvenuti nella necropoli antica in contrada Santo Mola, sempre in territorio di Gioia. Sempre al piano terra alcuni locali sono utilizzati sia per il restauro di reperti rinvenuti non solo in loco, ma anche in altri siti archeologici che come uffici della Soprintendenza.



Ingresso

Scala di accesso al Piano superiore dal cortile

Particolare della scala


Sala del Trono

Al termine della scalinata del cortile si accede alla sala del trono, così chiamata perchè in fondo alla parete  sud  è appoggiato un trono in pietra, ricostruzione del Pantaleo. L'arco posto verso la parte terminale della sala, verosimilmente, aveva il compito di creare una divisione tra la zona "riservata", quella del trono, dall'ambiente destinato alle udienze, ai sudditi, come è dimostrato anche dalla presenza di sedili in pietra presenti in quest'ultimo ambiente. Originariamente aveva una copertura lignea a capriate; a seguito del suo crollo, durante l'ultimo restauro il tetto è stata sostituito da una struttura metallica e il pavimento originario è stato ricoperto con elementi lignei. Nella sala è presente anche un camino e un'apertura che conduce in cima alla torre De' Rossi.




Sala del Trono


Il grande Camino


Il Trono


Particolare del Trono


Sala del Caminetto

Dalla sala del trono si accede alla sala del caminetto, così chiamata per la presenza di un camino di dimensioni più ridotte rispetto a quello della sala precedente e di minor pregio dal punto di vista architettonico. Questa sala è di dimensioni ridotte rispetto alla precedente e presenta delle aperture anche sulla cortina esterna, a differenza della sala del trono, che prende luce quasi esclusivamente dalle bifore e trifore che si affacciano sul cortile interno. Era sicuramente utilizzata dalla regina e dalle cortigiane, che trascorrevano in quell'ambiente gran parte della giornata. Da questa sala si accede, attraverso una scala interna a quella che era utilizzata probabilmente come stanza da letto dei sovrani. Attraverso questa sala si accede all'altra torre che è rimasta in piedi: quella detta dell'Imperatrice, meno alta della precedente, che si trova sulla proiezione verticale della prigione e del forno.

Sala del Caminetto


Torre dell’Imperatrice

Dalla sala del Gineceo, per mezzo di una scala, si accede a quella che probabilmente era la camera da letto dei reggenti del castello, all’interno della cosiddetta torre dell’Imperatrice, posta all’angolo Sud-Est del castello. La torre risale al periodo svevo ed è stata realizzata facendo largo uso della locale pietra calcarea molto chiara. Il nome della torre rimanda a Bianca Lancia, amante di Federico II e madre di Manfredi, che nacque nelle segrete del castello, poste sulla proiezione verticale della torre stessa, dove l’imperatrice fu rinchiusa con l’accusa di tradimento. Gli ambienti della torre erano riservati alla famiglia. Ad essa erano destinati i servizi igienici ricavati in una stanzina sul lato nord del locale, dotati di sbocco all’esterno. La torre era composta di tre piani di cui restano solo le mensole su cui poggiavano le travi dei solai in legno, crollati ma non ricostruiti. Ai piani superiori si accedeva tramite scale a pioli in legno. Dall’ultimo piano si raggiungeva la piattaforma esterna attraverso una scala a chiocciola in pietra, poggiante su una lastra sporgente dal muro.

Torre dell'Imperatrice


Il Forno e la Prigione

Da un ingresso posto sul lato sud del cortile si accede alla sala del forno, così chiamata per la presenza di un grande forno, sulla cui struttura è poggiata una delle torri superstiti, quella detta dell'Imperatrice. Sotto il forno c'è un piccolo sotterraneo, utilizzato un tempo come prigione. Sulla parete est della prigione sono scolpite due protuberanze a forma di seni. La leggenda vuole siano i seni che ricordano il martirio di Bianca Lancia, che, a causa della gelosia e dell'offesa arrecatale da Federico II, subito dopo aver dato alla luce il figlio Manfredi, se li era recisi e aveva ordinato ai suoi servitori di consegnarli al re marito, insieme al neonato.

Il Forno e l'ingresso della Prigione


Nessun commento:

Posta un commento